La terra dei figli

RECENSIONE A CURA DI ROSA ELENIA STRAVATO

Cos’è un fumetto?

Un racconto destinato ai bambini o una lezione di più ampio respiro?

Alcuni ne parlano come “moda vintage”, altri condannano il genere ed altri ancora giudicano senza accostarsi lontanamente.

Ho preso questo libro tra le mani ed ho pensato: “quanto nero!”, ed è stato allora che ho abbandonato il pregiudizio.

“La terra dei figli” è un testo stupendo di Gipi, edito da Fandango.

L’autore dipinge un mondo che racconta ciò che è: uno specchio deformato di ciò che dovrebbe essere. Un disegno imperfetto in un contesto che esige, chiama a gran voce la perfezione.

Di chi è la colpa?

Come siamo arrivati a questo punto?

Un grido esasperato di un presente che giunge al domani che verrà: il crollo di ideali, di mura, di sensazioni. Un mondo che di illusorio conosce solo la fantasia dei bambini che non sanno come colorare il loro domani.

Un perenne forse adornato da un’apocalissi irruente che spaventa, scuote, fa incazzare ma che resta li.

Resta perché è semplice condannare ma non fare.

Resta perché è più semplice così.

Il desiderio insaziabile di “conoscere” le proprie radici, la propria madre diventa il testamento spirituale affidato ad un precario quadretto di un padre ai suoi figli.

Un racconto animato da immagini che scuotono, che fanno balzare le coscienze e portano a constatare che esiste l’esigenza di riprendersi il mondo.

Per salvarsi, volersi bene, appartenersi.

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