RECENSIONE A CURA DI ROSA ELENIA STRAVATO
Cosa rende un libro attuale?
Ogni libro, a suo modo, lo è.
Eppure Francesco Dezio ha dato forma a ciò che, abitualmente scorre, tra i rumors dei notiziari. Lo ha fatto con una franchezza che rassomiglia ad uno schiaffo, quasi materno. Uno di quegli schiaffoni che servono per riportarti alla brutale necessità di comprendere, di farlo per davvero.
Perdere il lavoro è una costante di alcune persone che, arrancano, per raggiungere quel “domani” che puzza di utopia. Ma di chi è la colpa? Del malcapitato di turno o del sistema? Si può, ancora, parlare di sistema?
Un eccesso di imperativi e punti interrogativi s’addensano in un continuo focus sulla realtà. L’autore ci insegna a sgranare gli occhi su un mondo che non sembra cambiare, che va in direzione delle asserzioni mute. Un mondo che ha fame di disperazione, di ingiustizia e che premia i soliti “fortunati”.
In questo testo c’è una condanna acuta ai truffaldini, ai tuttologi, a chi detiene il potere e non fa nulla per chi vive attorno. Una pressa distruttiva che incita a combattere i luoghi comuni, le malsane abitudini.
Cosa resta?
Il desiderio di non sentire più l’amarezza, di scegliere di denunciare, di combattere per i propri diritti e non appiattirsi ad un mondo che non funziona come dovrebbe.
Un libro giusto e forte, edito da TerraRossa, che fa della condanna una sorta di Leviatano. Si respira, a pieni polmoni, il coraggio di osare. Di riprendersi tutto quello che ci spetta, di non abbattersi e di imparare a valutare le sfaccettature del mondo.